Le Figlie della Luna

Dei della Gallia Cisalpina

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Elbereth
view post Posted on 28/12/2004, 20:07




Dato che sono nata e sempre vissuta al nord, a Milano o dintorni come ora(anche se di famiglia meridionale...la famiglia di mia mamma deve avere del sangue normanno tuttavia) era da un po' di tempo che volevo approfondire un po' la religiosità di questi luoghi, tanto per dare delle radici più solide al legame che ho con questa terra che mi ha adottato e mi ha cresciuto...ho trovato quindi questo articolo che ho trovato interessante e che potrebbe darmi delle linee generali per un pantheon di riferimento.

INTRODUZIONE:

E' pressoché impossibile tracciare una genealogia degli Dei dell'arco alpino. Gli Dei sono innumerevoli e molte volte hanno le stesse caratteristiche benché cambi il nome ed alcuni particolari del rito o del sacrificio ad essi compiuto. In più si và ad aggiungere la mancanza di fonti dirette essendo, per quanto riguarda le popolazioni celtiche, la trasmissione dei miti e delle tradizioni orale. Molti studiosi, a parer mio, compiono un errore fondamentale nell'affrontare l'argomento, ossia si basano sulle uniche fonti scritte a nostra disposizione, quelle greche - romane. Riescono in parte a correggere il loro errore analizzando i reperti archeologici, ma inquinano la loro opera con fonti in cui i nomi sono storpiati e il significato dei riti abbruttito ( basti ricordare la poca simpatia nutrita dai romani nei confronti dei galli ). Tracce di queste antiche divinità possiamo trovarle nei toponimi di luoghi e città, nei miti , leggende e fiabe che fanno parte del patrimonio culturale di un territorio. Ma è ancor poco per riuscire anche solo in parte a comprendere la spiritualità dei nostri padri..... Un'ottima via, poco utilizzata, a parer mio è il confronto con la mitologia e le leggende nordiche. La ragione per cui la ritengo una buona via è che la radice di tutti i popoli considerati "invasori" è Indo - Europea. I popoli invasori si mischiarono con le popolazioni autoctone e gli Dei assunsero nuove forme e particolarità, insomma i due pantheon si fusero non senza difficoltà. Nella Voluspà come in altri poemi mitici si parla di una guerra fra gli Dei. Questa contesa venne combattuta dagli Dei Vani ( rappresentanti le divinità delle popolazioni autoctone, più incentrate sul culto della Madre Terra - società probabilmente di origine matriarcale ) contro gli Dei Asi ( rappresentanti le divinità solari e guerriere portate dalle popolazioni indo - europee - società probabilmente di origine patriarcale ). La guerra si concluse con una tregua che fuse i due popoli e di conseguenza i due pantheon generando una nuova serie di Dei . E' probabile che una battaglia simile sia stata combattuta in tutto il nord Italia e Gallia generando quelle che possiamo definire come le maggiori divinità del pantheon celtico - cisalpino. Alcune di esse mantengono forti caratteristiche indo -europee, dando credito alla loro antichità. Un altro interessante fattore è la completa assenza di divinità negative. Ogni divinità contiene in se sia il male che il bene e molte agiscono sulle stesse sfere di influenza. A quanto pare ai celti proprio non interessava la suddivisione dei mestieri.... Ogni Dio è di per se completo ( alcuni di più, altri di meno... ) e praticamente indipendente dagli altri. Ora non mi rimane che augurarvi buona lettura.......
Madras


BELISAMA
E' a parer mio una delle divinità femminili + complete del pantheon celtico-cisalpino. Dico completa perché come si potrà vedere in seguito il suo dominio si estende su tutti e quattro gli elementi. Dai ritrovamenti archeologici quali statuette votive o iscrizioni s'è potuto notare che principalmente veniva adorata nell'attuale Francia e lungo tutto l'arco alpino. Belisama è la Dea delle acque, signora dei fiumi, dei ruscelli e delle fonti. E' risaputo da parte dei celti, ma non solo, l'utilizzo di fonti sacre a fini curativi o benefici. Quando i romani invasero la Gallia s'approfittarono largamente dell'uso di queste fonti ed associarono il culto di Belisama con quello di Minerva. E' inoltre la Dea del fuoco , delle forge e della luce. Probabilmente queste "sfere d'influenza" vennero acquisite solo in seguito all'unione con il Dio Belenus, di cui ne è la consorte. E' una delle potenti Matres e quale rappresentazione del potere femminile è intimamente legata al sottosuolo, gli inferi, il grande ventre della Madre da cui nascono tutte le sorgenti. Da citare è la sorgente di Herse ( Francia ) situata nella foresta di Belleme, ovvero Belisama, in cui un'iscrizione latina rivela che era dedicata agli "Dei Infernali" ( da intendere nel senso pagano del termine ). Le sue rappresentazioni più interessanti a parer mio sono alcune statuette votive in cui viene raffigurata come una nobile donna ( elemento generatore - Terra - Acqua ) ornata di corona ( Fuoco - Luce - Regalità ) e coperta da una lunga veste. Il braccio destro è disteso lungo il corpo con la mano aperta, palmo rivolto in avanti. Il sinistro è invece piegato a livello del bacino con la mano semichiusa a forma di coppa. L'intera figura poggia sulla schiena di un uccello simile ad un anatra ( Aria - Acqua ).

BELENUS
altri nomi: Belenos, Belen, Bhel, Beil Mawr
simboli: ruota, cinghiale, orso, cavallo
Belenus ( "scintillante", "brillante", "splendente" ) è la divinità celtica del Sole. Il suo culto è stato attestato in tutto il nord Italia, la Francia e parte del sud dell'Austria. E' il Dio guaritore strettamente connesso ai poteri benefici e curativi del Sole, ma non solo poiché è anche il protettore delle greggi e del bestiame. La sua consorte è Belisama. Beltane ( "fuoco di Bel" ) è la festa a lui dedicata. In questo giorno tra le molte attività vengono accesi due fuochi sacri. Attraverso al varco formato dai fuochi viene fatto passare il bestiame al fine di purificarlo dalle malattie dell'inverno ( NOTA: per tutti i dettagli in merito a Beltane rimando all'apposita sezione del sito o alla lettura dello speciale di "Vento fra le Fronde" ). Alcuni studiosi hanno individuato nel nome di Biella un toponimo celtico che deriva proprio da Belenus oppure da Bhel. Il nome romano di Biella è Villa Bugella, ovvero la città (del Dio) (di) Belenus. Si può trovare una sua raffigurazione su una moneta di bronzo datata il primo secolo dopo cristo. E' rappresentato come una grande faccia maschile dall'aspetto regale contornata da una folta chioma, baffi e barba simili ai raggi del Sole. Sul retro della moneta è ritratto un cinghiale, animale che nella cultura celtica simboleggia il potere guerresco, la sovranità, la caccia e l'ospitalità.

EPONA
altri nomi: Edain, Bubona
simboli: Cornucopia, cavallo, cagna
Epona è la Dea dei cavalli, muli, bovini, asini ed è la protettrice dei cavalieri. Il suo nome deriva dal termine celtico "cavallo", ma sicuramente fu storpiato per essere meglio pronunciato dai romani. Infatti il culto di Epona era diffuso in tutta la Gallia, fino al Danubio e a Roma. Era anche adorata in Britannia, Jugoslavia, Bulgaria e nord Africa. Il suo culto venne adottato dall'esercito romano e venne diffuso a seconda degli spostamenti degli eserciti. Nel calendario romano il 18 di dicembre era il giorno a lei consacrato e si svolgevano festeggiamenti in tutta la capitale dell'impero. E' interessante notare come Epona sia stata l'unica divinità celtica adorata a Roma. E' normalmente raffigurata seduta o coricata su un cavallo o in piedi sulla groppa di molti cavalli che le fanno da piattaforma. Quale Dea riassume in se il profondo legame con la Terra, l'abbondanza-nutrimento, la fertilità, la guarigione, la nascita ed ovviamente la morte. I due animali che normalmente l'accompagnano esaltano queste caratteristiche. Molte altre divinità femminili venivano normalmente associate alla cagna, simbolo di abbondanza e potere generativo, basti ricordare la Dea nordica Freya. Il cavallo è un'animale molto importante per la cultura celtica dato che era di fondamentale importanza in termini di economia, trasporto, guerra, potere, prestigio e religione. E' la cavalcatura per eccellenza e svolge la sua funzione da psicopompo accompagnando le anime dei morti all'altro mondo. Epona è dunque anche la conoscitrice del mondo dei morti sede di tutta la fertilità e può essere identificata fra le Matres.

NANTOSUELTA
simboli: Corvo
Nantosuelta è la Dea della natura, delle valli, dei ruscelli ed è anche conosciuta come la "Protettrice". Il suo nome significa "fiume tortuoso - a spirale" o "fiume sotterraneo"...... E' la consorte del Dio Sucellus. La tribù dei Mediomatrici spesso la raffigurava con in mano una piccola casa in miniatura, questo potrebbe portare a pensare che abbia svolto qualche funzione protettiva connessa al focolare e alla famiglia. Altre volte viene rappresentata mentre regge un palo con in cima una casetta per gli uccelli. Come le altre Dee descritte anche lei è legata alla fertilità, all'abbondanza, ma avendo come animale il corvo si pensa possa essere correlata a qualche perduta funzione guerresca o, molto più probabilmente, al mondo dei morti.

SUCELLUS
altri nomi: Sucellos
simboli: Cane, corvo, martello-maglio
Sucellus ( "Colui che colpisce bene" ) era una tra le più adorate divinità del pantheon celtico. Egli è il guardiano delle foreste e patrono dell'agricoltura e delle feste. La sua consorte è Nantosuelta. Spesso è raffigurato con un grosso martello a due mani e con un cane al suo fianco ( in questo caso rappresenta la forza e l'abilità di combattimento e caccia ); oltre a ciò anche lui si preoccupa di accompagnare le anime nel mondo dei morti e là presiede a tutti i festeggiamenti. Altre volte è rappresentato con una coppa, un corno, un otre od altri oggetti usati per contenere oltre che acqua anche sidro, birra e idromiele. Si pensa che essendo legato all'agricoltura sia in qualche modo connesso alla lavorazione e fermentazione di sostanze alcoliche, non per niente è il patrono delle feste !!! E' comunque da ricordare l'importanza rituale-magica delle sostanze alcolico-inebrianti e il loro utilizzo per scopi sacri ( in ogni cultura occidentale troviamo testimonianza di ciò ). Giulio Cesare lo paragonò alla divinità romana Dis Pater.

OGMIOS
altri nomi: Ogma
Ogmios ( "Grian Aineac" o letteralmente "Faccia di Sole" ) fu più che una vera e propria divinità un eroe semi-divino. Patrono degli studiosi, dell'eloquenza, della poesia, dello charm e degli incantesimi. Anche lui come altre figure divine accompagna i morti all'altro mondo. Viene considerato il padre della scrittura sacra utilizzata dai druidi. Spesso è rappresentato come un vecchio uomo con la pelle bruciata dal sole, completamente calvo e vestito di pelliccia. Normalmente nelle sue mani regge o l'arco o un randello di legno. Dalla sua lingua partono innumerevoli catene d'oro che vanno a collegarsi alle orecchie dei suoi seguaci e questo indica il potere magico della parola e del saperla ben utilizzare per i propri scopi. Il suo culto ebbe come sede centrale la città di Narbo Martius ( Francia ), che si dice fondata da lui. I romani lo paragonarono all'eroe greco-romano Ercole.

ROSMERTA
Rosmerta è la più adorata Dea della fertilità del pantheon celtico. Il suo nome significa "Grande Dispensatrice". E' la Dea del fuoco, del calore, della salute, dell'abbondanza, dei fiori e la protettrice dei matrimoni. Oltre a ciò viene anche ricordata come regina del modo dei morti ( mi ripeto...luogo da dove proviene tutta la fertilità terrena ). Viene rappresentata come una donna con in mano un cesto di frutta oppure una cornucopia, un caducèo ( verga di legno o metallo che portava simmetricamente avviticchiati due serpenti ), uno scettro, una ruota o un globo. In alcune altre rappresentazioni porta un'ascia bipenne. Alcuni studiosi hanno avanzato l'ipotesi che l'importanza del suo culto a livello sociale si possa rintracciare nel fatto che il suo nome è strettamente connesso epigraficamente con la parola imperatore.

LA POTENTE TRIADE:
All'interno del pantheon celtico cisalpino si può trovare una triade di Dei considerati antichissimi e padri della razza umana. Si tratta della triade formata dagli Dei: Teutates, Esus e Taranis. Accomunerei a questa triade a causa della sua antichità anche il Dio Cernunnos ( descritto in seguito ). Interessante è il collegamento con la Voluspà dove la triade primordiale formata dagli Dei Wotan, Vili e Vé crea il primo uomo e la prima donna. Il poema dice: << Wotan diede spirito e vita, Vili saggezza e movimento, Vé forma, parola, udito e vista; essi ebbero anche delle vesti ed un nome. L'uomo si chiamò Askr, Embla la donna: da loro è discesa tutta la razza umana che ebbe in Midgard la propria dimora >>.

TEUTATES
altri nomi: Toutates
Teutates ( "Il Dio della Tribù", da teuta che significa "Tribù" ) è un antichissimo Dio della guerra, della fertilità e della salute. E' il protettore della comunità, dei campi, del raccolto, dei confini e il più delle volte viene associato al cielo. Inoltre viene anche reputato il creatore di tutte le scienze umane. Giulio Cesare menziona Teutates durante la conquista della Gallia e lo pone in cima al pantheon celtico. Un secolo dopo lo scrittore romano Lucano lo identifica quale parte di una triade formata da tre divinità maggiori assieme a Taranis e Esus. Da quanto riportato da Lucano a lui venivano offerti sacrifici umani o animali nei quali la vittima veniva ritualmente affogata in giganteschi calderoni o laghi sacri. Alcuni studiosi hanno collegato a Teutates l'immagine presente sul calderone di Gundestrap di un gigante di fronte ad un esercito in marcia. Il gigante ha ai suoi piedi un cane e un calderone ed è ritratto nell'atto di immergervi una persona dalla testa.

ESUS
altri nomi: Esos
simboli: salice, toro, gru ( uccello acquatico )
Pochissime sono le notizie giunte fino a noi in merito a questa divinità. La maggior parte di quelle in nostro possesso provengono da fonti romane, quali Giulio Cesare che afferma che il suo culto era diffuso lungo tutto l'arco alpino e Gallia del sud e Lucano che lo descrive come una divinità selvaggia e crudele a cui venivano offerti sacrifici umani. Da ciò che è stato riportato le vittime erano principalmente maschi e venivano appese ad un albero ( un salice ? ) tramite impiccagione, poi venivano ferite con armi da guerra e lasciate a morire sia per soffocamento che per dissanguamento.
Interessante è il collegamento con l'Hàvamàl nordico dove in merito a Wotan dice:
<< Io so che io pendetti dall'albero [ spazzato dal ] vento
per nove notti intere,
dalla lancia ferito e sacrificato a Wotan,
io stesso a me stesso,
su quell'albero che nessuno sa,
da quali radici cresca.

Pane [ nessuno ] mi diede né corno [ per bere ],
in basso guardavo;
raccolsi le rune, urlando le presi,
poi caddi di lassù. >>
Per quanto riguarda i popoli del nord Europa l'albero cosmico era spesso associato alla forca: strumento di quel sacrificio mediante impiccagione con il quale il Dio veniva particolarmente onorato dai suoi devoti. Altra metafora molto presente nei miti nordici è quella cavallo=forca, di qui deriva anche il nome dell'albero cosmico Yggdrasill, cioè "cavallo di Yggr".
Ciò che è descritto nell'Hàvamàl non è null'altro che un rituale sciamanico in cui tramite l'induzione di dolore, il soffocamento e la perdita di sangue si porta la mente in uno stato a metà fra la vita e la morte, raggiungendo l'estasi e dunque il mondo degli spiriti.
Questo collegamento avvalora la mia teoria sull'antichità della stessa divinità dato che alla base del suo culto vi sono solide radici sciamaniche. In più Esus viene molte volte identificato con lo stesso Cernunnos ( antichissima divinità che vedremo in seguito ) il Dio sciamano per eccellenza.
Un ritrovamento interessante in merito al culto di Esus è stato rinvenuto sotto la cattedrale di Notre Dame in Parigi nel 1711. Si tratta di una colonna su cui è inciso il suo nome e su cui è scolpito un uomo muscoloso che sta tagliando un ramo da un albero di salice. Dall'altra parte della colonna sono invece rappresentati un toro con tre gru erette sulla sua schiena.

TARANIS
simboli: ruota solare, svastica, spirale, quercia
Taranis ( "Il Tuonante" ) è il dio celtico del tuono, del fulmine, del fuoco e rappresenta l'inevitabile forza del cambiamento. Il suo nome deriva dalla radice Indo-Europea "taran" che significa per l'appunto tuono o tuonante. Nelle sue rappresentazioni più tarde possiamo trovarlo rappresentato come un possente uomo barbuto con nella mano sinistra la ruota solare e nella destra una saetta o una torcia. Taranis genera le tempeste e i tuono facendo rotolare la sua ruota per l'arco celeste, oppure con la sua possente voce. E' il Dio del fuoco ( i fulmini vengono intesi come il fuoco che proviene dal cielo ) e come il fuoco rimodella e rigenera, la sua ruota gira marcando il passare dei cicli dove ogni tanto s'impone un rinnovamento. Lo scrittore romano Lucano afferma che le vittime sacrificali offerte a Taranis venivano arse vive in apposite costruzioni di legno. Il Wicker-Man ( Uomo di vimini ) descritto da Giulio Cesare e Strabone potrebbe essere strettamente connesso ad i riti sacrificali in suo onore. Abbiamo alcune rappresentazioni pre-romane di Taranis proprio in Italia e per la precisione in Val Camonica in provincia di Bergamo, sopra il lago d'Iseo, nel parco dei graffiti di Breno. Qui possiamo trovare alcune incisioni in cui viene raffigurato come un possente uomo bardato da una pesante armatura, al posto della testa vi è una ruota solare e nelle mani regge due oggetti simili ad un bastone - spada - saetta e ad una forma antropomorfa non ben identificata.

CERNUNNOS
altri nomi: Carnunnos, Cernunnus
La traduzione del suo nome è "Il Dio Cornuto" ( "The Horned One" direi che rende molto di più... ) da cernos=corna. Secondo alcuni studiosi questo è un soprannome dato al Dio in modo da non pronunciare il suo vero nome così da non attrarre la sua attenzione ( benigna o maligna che sia ) nel momento non appropriato. Il più delle volte viene associato al cervo maschio, all'ariete o caprone e ad una creatura con il corpo da serpente e la testa da ariete ( simbolo fallico ). Egli è il signore degli animali selvaggi, della fertilità, della salute, dell'abbondanza, della rigenerazione della vita, del sottomondo ( gli inferi ) ed è considerato il Primo Sciamano. Proprio a causa della sua connessione con il cervo e il viaggio sciamanico penso sia strettamente legato all'utilizzo sacro dell'Amanita Muscaria di cui lui è il detentore dei segreti. Il "Dio Cornuto" è una divinità strettamente legata al ciclo naturale delle stagioni, infatti egli nasce al solstizio d'inverno, sposa la Dea a Beltane e muore al solstizio d'estate per poi rinascere l'anno successivo. Nelle tradizioni successive si possono ancora rintracciare tracce del suo culto nella "Caccia Selvaggia" di cui si dice egli sia il capo ( in mertio alla "caccia selvaggia", alle processioni degli spiriti e all'esercito dei morti rimando al testo di Carl Ginzburg "Storia Notturna" in cui vi è un abbondate ed esauriente sezione dedicata all'argomento ). E' da notare che la "Caccia Selvaggia" si scatenava sulla terra durante i mesi invernali, quando il Dio dimorava nel sottomondo. Anche il Dio nordico Wotan viene in molte leggende messo a capo della caccia o dell'esercito dei morti. Abbiamo sue raffigurazioni risalenti al Paleolitico ritrovate in alcune grotte in Francia e la sua rappresentazione più famosa sopra il calderone di Gundestrap ove è rappresentato come un uomo con corna da cervo attorniato da molti animali selvaggi. E' seduto con le gambe incrociate ( posizione meditativa ), regge con la mano sinistra un serpente ( simbolo ctonio , possessore della conoscenza ) e con la destra un Torc. Essendo una delle divinità in assoluto più antiche e complesse del pantheon celtico consiglio a tutti coloro che volessero approfondire l'argomento la lettura di testi appropriati in merito all'argomento.

preso da qui.
 
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Morvan
view post Posted on 28/12/2004, 21:28




Ah, El... uno dei tanti Pantheon delle nostre terre.
Blasfemo non citare le Matronae, tre Dee raffigurate sempre assieme, senza nome, ma il cui culto era disperso in tutta la Gallia e buona parte della britannia. Talvolta venivano raffigurate come tre donne mature, accompagnate di volta in volta da un cane, un bambino, una cornucopia o una torcia; altre volte erano raffigurate così come noi conosciamo la Dea: una fanciulla giovane spesso accovaciata ai piedi di una donna matura. Raramente con esse figurava una terza donna, anziana.

Inoltre cito Icovellauna, una triplice dea lunare simile ad Hecate o a Diana (intesa come Luna, Trivia ed Hecate) della quale si sa poco o nulla oltre al nome.
Poi c'è Arduinna, dea cinghiale della foresta delle Ardenne in Germania, e la grande Artio, dea-orsa, assimilabile alla tarda Diana cacciatrice, selvaggia e patrona della libertà degli animali selvaggi.

Sulla scia del momento, ho scritto questa preghiera ad Icovellauna:

Icovellauna! Icovellauna! Icovellauna!
Velata e sconosciuta veleggiatrice della notte
Dagli inferi sorta,
portatrice di sospiri e desolazione.
Fredda luce rischiaratrice di follie,
tua la mano che impugna il tempo.
Pegno di fedeltà il rosso sangue non versato
Che riga il tuo volto di chiaro splendore.
Concedimi supplice di invocarti ancora.
 
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Elbereth
view post Posted on 28/12/2004, 21:37




Grazie mille per le aggiunte Morvan! Dovrei avere altre informazioni riguardo alle matres su un libro...domani cerco con calma...

E che bella la tua preghiera...molto sentita e piena di passione. Morte e passione vanno sempre a braccetto!
 
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Morvan
view post Posted on 29/12/2004, 13:52




Uh, me scemo... mi sono scordato della potentissima Aericura, signora degli inferi; e di Abnoba, assimilabile a Diana come Arduinna.
 
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Morvan
view post Posted on 29/12/2004, 13:56




Piccolo p.s...

Riguardo al dio Cernunnos. Qui viene messa in risalto la sua parte "numinosa e splendente", quella più positiva. Cioè signore della luce (poichè nasce nel solstizio d'inverno), dell'abbondanza e della fertilità. Nonchè vediamo il suo volto di saggio e sciamano. Ma alla stregua dell'arcadico Pan, egli ha anche un altro volto, quello dell'oscuro Sire: in quanto rappresenta l'istinto e la libertà, egli incarna le passioni violente e irrefrenabili, come la lussuria, che saranno poi caratteristica del Satana cristiano.
 
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Elbereth
view post Posted on 29/12/2004, 14:06




Grazie mille Morvan!

Ho cercato quello che avevo sulle matres ma alla fine non aggiungeva niente a quello che avevi detto tu!

Mi sa che mi devo comprare un libro sui celti fatto bene...
 
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Morvan
view post Posted on 29/12/2004, 14:21




Oppure puoi adottare me!
Forse è meno economica come soluzione, anche se non mangio tanto usufruisco di molti capi d'abbigliamento... ma te ne verrebbe!

Dhè hi hi ho ho... Morv in un istante di auto esaltazione...

Aaaahhh.... sbaaavvvv... ciambeeellleeeee....
 
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Elbereth
view post Posted on 29/12/2004, 14:35




hehe ma a te mica ti posso sfogliare quando voglio! E metti che voglio sapere qualcosa e tu fai l'antipatico e non c'hai voglia di dirmela!

Tu Morv, hai qualche bel libro da consigliarmi?
 
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Morvan
view post Posted on 29/12/2004, 19:30




Un testo utile e veloce da consultare sulle divinità celtiche è: «Dizionario di mitologia celtica», di Miranda J. Green, ed. Tascabili Bompiani. Diciamo che è molto accademico, ed analizza le divinità romano-galliche, britanniche e anche gaeliche. Ben fatto, anche se, ripeto, forse troppo accademico.

Poi ti do due titoli... il primo, «I Celti - Storia e leggenda di una civiltà» di Jean Markale, Oscar Mondadori. Ne ho letto solo due parti, l'incipit che parla del mito di Ys che è davvero moooooolto peso e noioso, forse perchè troppo particolareggiato e ripetitivo, e la parte sulle divinità che le suddivede secondo lle funzioni indoeuropee, e qui non mi lamento.
Il secondo ammetto che l'ho preso da molto ma non l'ho mai letto, ed è: «Miti e leggende dell'antico popolo celtico» di Charles Squire, Oscar Mondadori. Uno dei primi ( se non Il Primo) testo pubblicato riguardo il popolo celtico e la sua religiosità, pare accurato e rigoroso.
 
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Elbereth
view post Posted on 29/12/2004, 19:44




Ho capito...grazie Morvan! Li metto in lista allora!
 
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Morvan
view post Posted on 29/12/2004, 19:46




Ti do i prezzi.

Il primo 9 danari, il secondo 8.26 e il terzo 7.23.
 
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Elbereth
view post Posted on 29/12/2004, 19:52




Vabbè...allora sono fattibili! Io ne ho uno che si chiama "La religione dei Celti" di Margarete Riemshneider...è molto accurato ma troppo troppo accademico!! Dopo che l'ho letto mi era passata tutta la poesia della religione celtica! Credo che non lo prenderò più in mano...
 
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Linfanera
view post Posted on 30/12/2004, 08:52




interessante questa discussione!
era un po' di tempo che anch'io cercavo qualcosa sulle origini di queste terre

ho in mente anche di comperare "entità fatate della padania" visto che in libreria universitaria (!!!) c'è (19 eurini però...meno male che ho lo sconto studente!)

in casa poi ho anche due libri della xenia "i celti" e "medicina celtica"
il primo l'ho letto un po' di tempo fa, non è male, ma forse vuole dire troppe cose in poco spazio, cmq tocca un po' tutti gli argomenti(ogham, druidi, mitologia ecc ecc)
l'altro non l'ho ancora letto, ma sembra fatto abb bene com il primo!
 
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Elbereth
view post Posted on 30/12/2004, 12:00




Linfa, poi fammi sapere com'è Entità fatate della Padania!

Io ho anche "La magia dei Celti" di Pina Andronico Tosonotti che non è male...ha un tono molto "familiare"...molto carino però non è molto approfondito. Si lascia molto spazio alle riflessioni e esperienze dell'autrice in Bretagna. Comunque trasmette i concetti principali e tocca molti argomenti.

Poi ho "Celtic Magic" di D.J. Conway che ho preso in America. Giusto perchè l'ho pagato 3 dollari. Come al solito fa un mix tra wicca e religione celtica...confonde le idee e basta. Ogni 3 secondi parla della Dea e del Dio e le divinità celtiche vengono giusto abbozzate...insomma, un po' una schifezza!
 
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Spooky
view post Posted on 13/3/2005, 22:18




Si, tutte queste divinità appartengono però a un mondo antico, il mondo dei miti e delle leggende, un mondo in cui gli dei crudeli si divertivano alle spalle dell'uomo. Ora le cose sono cambiate, ora siamo noi a creare le nostre divinità.
Procedo quindi ad elencare i numi più seguiti nell'area del milanese:

MULTIPLEX
Il dio delle multisala, è un culto giovane ma in rapido sviluppo. In tutta l'area metropolitana stanno sorgendo numerose cattedrali a lui dedicate. Mangiare una porzione di popcorn e una bibita consacrata vi conferirà la benedizione del dio.

AULIN
Il dio della guarigione. E' una divinità molto potente, in grado di curare da quasi tutte le forme di dolore. Per avere effetti benefici è sufficiente preparare e bere una pozione con acqua e polvere benedetta dai sacerdoti del dio, si riconoscono facilmente perchè vanno in giro con un camice bianco.


ATM
Il dio dei viaggiatori. Il suo culto è così radicato in Milano e dintorni che ormai qualsiasi mezzo di trasporto pubblico reca il suo sacro simbolo. Il suo favore si ottiene versando il modesto tributo di 1€, in cambio si ottiene un foglietto benedetto che vi consentirà di andare in giro senza attrarre le ire dei temibili demoni controllori.


RANZANI
Il dio dei ricchi. In vita Ranzani era un facoltoso mobiliere della Brianza, dopo la sua dipartita il suo attaccamento viscerale al denaro l'ha fatto rinascere come nume tutelare di ogni persona danarosa. Per poterlo adorare è necessario avere un reddito annuo di almeno 10.000.000€. Ranzani fornisce ai suoi seguaci numerosi incantesimi in grado di tenere lontani i poveri e i barboni.

C8H10O2N4·H2O
Conosciuta ai profani sotto il nome di Caffeina, questa dea è la responsabile della rinomata operosità Milanese e del Nord Italia in generale. Opera attraverso una pozione preparabile anche in casa, ma in genere è meglio farsela preparare al momento in uno dei numerosissimi santuari dedicati alla dea, diffusi anche nei luoghi più remoti.
 
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17 replies since 28/12/2004, 20:07   1716 views
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